A partire dal 1° gennaio 2025, l'utilizzo del Building Information Modeling (BIM) diventa obbligatorio negli appalti pubblici in Italia, come stabilito dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023). Questo obbligo si applica alle opere di nuova costruzione e agli interventi su costruzioni esistenti con un costo presunto dei lavori superiore a 2 milioni di euro.
L'adozione del BIM mira a migliorare l'efficienza e la trasparenza nella gestione dei progetti, integrando dati e informazioni provenienti da diverse discipline e favorendo la collaborazione tra i vari attori coinvolti nel processo edilizio. Ciò consente una gestione più efficiente delle opere lungo l'intero ciclo di vita, dalla progettazione alla costruzione, fino alla manutenzione e alla dismissione.
È importante notare che l'obbligo del BIM non si applica agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, a meno che non riguardino opere precedentemente eseguite con l'uso di metodi e strumenti di gestione informativa digitale. Inoltre, il recente Correttivo al Codice Appalti ha introdotto ulteriori novità in tema di digitalizzazione dei contratti pubblici, confermando l'obbligo del BIM dal 1° gennaio 2025 e innalzando la soglia di applicazione da 1 milione a 2 milioni di euro.
Le stazioni appaltanti sono quindi chiamate ad adeguarsi a queste nuove disposizioni, adottando metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per garantire una maggiore efficienza e trasparenza nei processi di progettazione e realizzazione delle opere pubbliche.
Fonti: https://biblus.acca.it/nuovo-codice-appalti-il-bim-e-obbligatorio/ Il Sole 24 Ore, Appalti, i Comuni chiedono la proroga per i nuovi obblighi, 5 dicembre 2024 N.336